sabato 5 marzo 2011

Peti Cerebrali. Cap III


Intanto, nel contado, Lucilla, un’ allegra villica di due metri e venti stava cucinando beata la cena per se e il suo servo, una zuppa di patate. All’ improvviso si voltò e disse con voce melodiosa:
“Mannaggia … è finito il rosmarino …”, si voltò verso la cantina e disse:
“Merilìn, vini qua e coglimene nu poco…” Indi si voltò tranquillamente di nuovo verso i fornelli per mettere nell’ acqua il furetto da bollire. (..ma che razza di gente conosci?? O.o …Ecco, anche qua ci voleva il wwf u.u) (Guarda che io pensavo che fossero amici tuoi -.- gente che mette il furetto nella zuppa di patate io non ne conosco) Meno di dieci secondi dopo dalla cantina arrivò un urlo disumano e apparve uno strano essere dagli occhi diseguali con in mano un rametto di rosmarino.
“Was this the thing you wanted, you shitty womannn??” vomitò, brandendo il rametto di rosmarino come fosse una scimitarra. Lei sorrise (rivelando il suo rapporto conflittuale con il maniscalco, dentista dell’ epoca: aveva undici denti in bocca, di cui cinque cariati, tre marci, due storti e uno ricostruito, il miracolo dell’ epoca) e poi disse, dolce come un chilo di zucchero (sbiancato chimicamente, non di canna, che quello dolcifica ben poco):

“Grazzzie Marilìnn, sempre gentile tu eh? Varda la che nn ti do la paghetta per comprarti il cerone…”**(sì, la cara Lucilla era poliglotta) E lui a sentire quelle parole diventò un coniglietto. Cadde in ginocchio e cominciò a supplicare:
“Noooo my angel dolcissimo, nooo my cerone….nun me toccà er cerone che te impalo il merlo indiano!” (da notare il cambio di idioma da english a romano, uh yess, tutto merito dei corsi di lingue Deagostini) Lucilla si voltò agitando il cucchiaione della zuppa (su cui era rimasto appiccicato un pezzo di sedano e il furetto, che ancora pimpante, tentava di sfuggire al suo destino) e cominciò a urlare:
“nuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuu il merlettin nuuuuuuuuuuuuuu nun te permette che non ti faccio usare più i miei rossetti!” Oibò, pensò Marilyn (Manson, per chi non avesse afferrato…Marilyn manson ti adorooooooo!!!.) (oh jesus, la gioventù di oggi…)…. ma si riprese subito. E impugnando con rinnovato vigore il rametto di rosmarino esclamò:
“I tuoi rossetti? I don’t need your rossetti! I do my rossetto con (in iglese con si dice with, gnurant -.-“) your blood!!ahah!!I kill you!!” Però mentre Marilyn si avvicinava a Lucilla e tentava di accoltellarla con il rosmarino, il prode Lancillotto (sì, bè, non mi sono impegnata particolarmente con i nomi) piovve dal soffitto e tramortì i poveri disgraziati. Il nostro cavaliere, dopo aver abilmente evitato di ammaccare ulteriormente Marilyn mentre si rialzava barcollando vistosamente, chiese alla povera Lucilla dove lo zoccolo della sua abile (… e stronza) (noi persone fini i destrieri così li definiamo “irritabili”..anche se stronzo rende meglio l’ idea xD) cavalcatura l’ avesse scaraventato. Lei leggermente(sottolineo LEGGERMENTE) frastornata(le era piombato in testa un uomo di 70kg completo di armatura e kit del piccolo arrotino quindi più di 150kg in testa..o.O… grande, io ti adoro perché sei capace di capire il peso di una persona a colpo d’ occhio….) ebbe una rivelazione, cadde in ginocchio e disse:
”UN MIRAAAACOLO!! San Gennaro piovuto dal cielo sei !! No aspi…” aggiunse poi guardandolo meglio,
“Pari cchiù na specie i cavaliere....oi santo ma quando pisi?”disse massaggiandosi la schiena
“…manneggia a ti e sto Marilìn..picchì mi vulia accide? bah… sti straniri!Oh!”,
continuò, mettendosi una mano sulla bocca, imbarazzata,
”Scusi il mio dialetto poco cortese nel suoi confronti, mi stavo domandando perché mai cercassero di accopparmi di continuo, sa...comunque ci troviamo nell’ allegra cittadina di (prego inserire nome) (Ah boh)…” Lancillotto si guardò intorno, poi si tolse l’ elmo (che aveva indossato mentre volava per evitare che gli si scompigliasse la sua fluente chioma) e disse:
“Il mio nome è Ser Lancillotto, per servirla!” e si inchinò a lei. Poi si alzò e cercò di guardarla oltre il suo enorme seno e continuò:
“Mi rincresce molto aver recato sì tanto scompiglio nella sua dimora… ma l’ ora è tarda e gradirei riposare. (L’ ora è tarda…erano le sei meno un quarto. Dillo che è una scusa per non lavorare, sfaticato!) Posso chiederle se nelle vicinanze v’è una locanda, sicchè possa riposare le mie stanche membra? Domani al primo canto del gallo sarò qui per recarle ausilio, dolce e solitaria madamigella…” (Non aveva ancora notato Marilyn steso a faccia in giù sul pavimento) . Terminato il monologo si accorse che nella stanza era calato un silenzio di tomba: gli abitanti di quella casa, non abituati a parole del genere, avevano afferrato si e no due vocaboli. (Vedete, Lucilla si era fermata ai primi due numeri del corso DeAgostini "Impara l' italiano con Giovanni Muciaccia")
(A dirla tutta non erano abituati neanche tanto a parlare: di solito si comunicava a gesti o grugniti). Lanci si accorse di questo e tradusse istantaneamente il suo discorso:
“Scusate se v’ ho quasi demolito la casa, eh. Mo so stanco, sapete mica dove posso trovà un’ osteria dove dormì? Domani t’ aiuto a riparà il soffitto e il pavimento” . Lucilla s’ illuminò in volto e si affrettò a dire:
“No…signò, non vi dovete preoccupare… piuttosto mai permetterei a un giovinotto così di andare da solo ad….com’è ch’avite ditto? Ah…Si…una così tarda ora..posso sapere il vostro nome, si?” ( lo aveva detto prima ma Lucilla stava ancora contando le stelline che le giravano intorno alla testa). Il giovane si mise in ginocchio (again…*_* sono commossa hai imparato una parola d’ inglese) ed esclamò:
”Messer Lancillotto, per servirla.”Fermo immagine, stop. Diamo un’ occhiata a quello che sta accadendo nel cervello di Lucilla. Il nostro prode cavaliere, rincoglionito dalla botta, non si era accorto che
a)La valchiria dei poveri lo stava radiografando (per ovvi motivi non possiamo dire quello che stava pensando, vi basti sapere che erano cose molto, molto sconce);
b)Marilyn si stava risvegliando, e aveva approfittato del momento per darsi una ripassatina al rossetto;
c)Il merlo indiano stava comunicando a gesti al tapino di scappare finchè era in tempo;
d)Il topo di casa si stava fregando una caciotta. (ok non c’ entra niente ma una quarta opzione ci stava)
Ebbene sì…la nostra cara Lucilla, che proprio una santa donna non era, aveva già dato un ‘ occhiata alla stazza del cavaliere e aveva deciso che gli gustava…Fine fermo immagine, la storia può ripartire. Lucilla si sistemò in fretta i capelli e disse:
“Lancillotto, sì, tu proprio..stanotte stai da me qua, volente o nolente, domani mattina chiamo Umberto il parquettista dato che mi hai semidistrutto il soffitto e il pavimento.” (ce ne siamo accorti -.-) Nel frattempo Marilyn si era ripreso e si era messo in piedi. Lancillotto non aveva aperto bocca, impressionato dalla strana figura demoniaca in calzoncini bordò alla zuava e rossetto rosso peccato (rossetto rosso peccato? O.o che razza di colore è??) (vabbè, rosso zoccola rende meglio?) (Ma quanto sei volgave! O_O) (u.u io non lo volevo dire u.u) che lo fissava con fare minaccioso da dietro la donna. Lancillotto lo fissava insistentemente da almeno 10 min quando la demoniaca figura, sentendosi a disagio, lo tramortì e lo portò nella camera di Lucilla.. Lancillotto,quando si svegliò, si mise comodo sul letto tentando di prendere sonno e quasi ci riuscì ma nel momento in cui i suoi occhi iniziarono finalmente a chiudersi arrivò Lucilla con fare satanico(si..come Marilyn, mi sa che il satanismo attacca, tipo l’ herpes O.o)e tentò di violentarlo ma Lancillotto riuscì ripetutamente a sottrarsi alle sue violenze saltando sui mobili tutta la notte. Al mattino, infatti, si risvegliò appollaiato su una trave del soffitto. Guardando attentamente di sotto si accorse che Lucilla era ancora lì, addormentata contro la trave, che stringeva il manico di scopa con cui aveva tentato di randellarlo tutta la notte con scarsi risultati (e meno male, l’ aveva beccato di striscio solo una volta slogandogli la caviglia destra) e il suo fare satanico era ancor più accentuato dato che non aveva dormito tutta la notte. (L’ immagine era più o meno questa : le occhiaie le arrivavano fino alle ginocchia (occhiaie di due metri e venti? Wow O.o) e i capelli erano un fil di ferro, la classica donna sui 28 non truccata..ah..dovete sapere che Lucilla se si truccava x bene dimostrava 56 anni..quindi, diciamo, la preferiamo acqua e sapone).
“amoreeeeeeee…io ti amo…è stato un colpo di fulmine il mio..e se non scendi ti fulmino io…lo sai che ti amo…su..scendi in bocca al gatto topolino mio…”disse lei.
”Preferirei morire.. ”pensò Lancillotto.
”Cotto in salmì..ma mai in mano a quella specie di bufalo impazzito”. Per fortuna di Lancillotto il campanello suonò e Lucilla dovette rinunciare alla sua preda per andare ad aprire. Lancillotto, solo quando sentì i passi della donna sufficientemente lontani, scese dalla sua trave e andò in sala da pranzo. Lì trovo un un uomo, con una mitica testa pelata (Il mitico Umberto, parquettista del contado. Tanto per farvelo sapere, era lui stesso che si definiva mitico come parquettista, ma il resto del contado pensava che l’ unica cosa mitica che venisse in mente pensando a lui fosse, appunto, la sua leggendaria pelata.) semisvenuto per terra e non potè biasimarlo dato che Lucilla era Medusa in persona (Medusa era quella con i serpenti in testa). Però Umberto aveva il martello (aveva fregato il martello a Thor..quello di Iron-man, Spider-man e x-man..quello con le ali in testa… --‘ sei di una chiarezza, tu…) e si riprese in un battibaleno ma il poveretto svenne per altre 6 volte dato che si trovava sempre davanti lucilla, alla fine lei venne portata in camera sua per evitare la morte del povero parquettista innocente(che tanto innocente non era dato che quando non lo guardavano si fregava l’argenteria). Lucilla in batter d’ occhio si rimise in sesto e scese in sala da pranzo dove Umberto stava iniziando a aggiustare il parquet, ma alla sua vista Lancillotto,che si era fregato un piatto di zuppa con le patate, sputò di riflesso il cucchiaio di zuppa che aveva appena messo in bocca in faccia al povero parquettista che si ustionò gravemente il viso e anche parzialmente la pelata (minkia poverino… non era proprio giornata…)
”Oddio!scusi!mi dispiace..”urlò Lancillotto.
”SCUSA UN CORNO!!!!CAZZO!!!!PRIMA MI TROVO DAVANTI QUELLA COSA VISCIDA E POI MI SPUTI IN FACCIA QUELLO STRANO COSO PUZZOLENTE!!!!!IO ME NE VADO!!!!CAZZO!!!!...” strillò Umberto.
Rimise a posto i suoi attrezzi e uscì sbattendo la porta. Lucilla lo mandò al diavolo e disse che quell’ affronto lo avrebbe pagato..(mai nessuno le aveva insultato la sua zuppa..l’unico che lo aveva fatto era stato il suo ex marito e ora si trovava murato vivo nel forno…e questo conferiva un aroma piuttosto particolare alle pietanze che vi venivano cotte all’ interno).
”..Nervosetto il tizio..”disse Lancillotto.
“Cmq io non lo trovo uno strano coso puzzolente…e se anche lo fosse a me piace un casino..gnamm… mmm… buohhnohhgahh…” (purtroppo stava cominciando ad avere difficoltà nel parlare perché la lingua aveva iniziato a riempirsi di bolle) e continuò tranquillamente a mangiare… (Non sapeva del marito, ma in ogni caso non si fidava più di tanto di quella tizia…e voleva solamente andarsene al più presto da quella casa di stramboidi)… e mentre si sorbiva quella strana broda verdastra, cercava un modo per scappare.(e farsi fare una lavanda gastrica appena uscito di lì. Anzi,si corresse, forse avrebbe fatto meglio a farsi denuclearizzare.)

Wasp.

1 commento: